Dal primo cavo sottomarino alla comunicazione digitale: come è cambiato il modo di scambiare informazioni
Comunicare senza limiti, sbirciare nelle vite di amici, parenti o colleghi di lavoro che vivono in un Paese lontano o persino in un altro continente. Nell’era della comunicazione digitale tenersi in contatto con chi si trova a migliaia di chilometri da noi è semplicissimo. Basta inviare un messaggio su Whatsapp, fare una videochiamata o guardare le ultime Instagram stories.
Fino a qualche anno fa però non era tutto così semplice. La rivoluzione digitale ha sconvolto le nostre vite e ha cambiato il modo in cui viviamo, ci relazioniamo e persino lavoriamo. Il mondo del lavoro, appunto, è mutato velocemente. Oggi è impensabile lavorare nello stesso modo di trent’anni fa.
Eppure non è sempre stato così. Se la stampa a caratteri mobili è stata una delle più grande trasformazioni tecnologico-culturali, l’avvento del telegrafo non è stato da meno. Quel sistema di comunicazione a distanza ideato per la trasmissione di lettere, numeri e segni di punteggiatura facendo uso di determinati codici che si chiama telegrafo ha rivoluzionato il modo di comunicare dei nostri avi.
Ma le reti, seppur estese, coprivano solo la terraferma: la comunicazione tra continenti avveniva via nave. I telegrammi giungevano all’ufficio postale del porto, venivano trascritti su carta, trasportati via mare e al porto telegrafati al destinatario. E il viaggio via mare durava settimane.
Il primo esperimento di posa di un cavo sottomarino venne effettuato nel 1845 dalla ditta S.W. Silver & Company nella baia di Portsmouth. Il cavo, lungo un miglio, era isolato con gomma naturale. Nel 1850, la ditta Submarine Telegraph Co posa il primo cavo sotto La Manica, da Dover a Calais. Rimase operativo solo tre giorni, perché fu tranciato per errore da un pescatore. Negli anni seguenti si sviluppò una rete di cavi sottomarini tra le coste europee e mediterranee, sotto i canali, tra le isole e sotto alcuni grandi fiumi. Nel contempo migliorava la tecnologia dei conduttori e dei rivestimenti, nonché il know-how in tema di posa e riparazione. Furono allestite navi adibite al ripescaggio e riparazione dei cavi.
In Italia i primi cavi sottomarini furono quello in collaborazione fra Francia e Regno di Sardegna nel 1854 che collegava la Sardegna, la Corsica, La Spezia e l’Algeria e quello tra Reggio Calabria e Messina nel 1855.
Tuttavia, mancava un tassello fondamentale: il collegamento tra Europa e Nord America via Oceano Atlantico. Questa opera fu un’epopea, un’impresa di estrema complessità tecnico-amministrativa.
Basti pensare al cavo, ai chilometri da fabbricare, trasportare, caricare sulle navi e calare in mare per settimane. Il primo tentativo si effettuò nel 1858 tra Irlanda e Terranova: 2.200 chilometri di cavo posati da due navi salpate una dall’Irlanda e una dal Canada e incontratesi nell’oceano. I lavori furono ostacolati da molte difficoltà e interrotti più volte. Trasmesso il primo messaggio tra la regina Vittoria d’Inghilterra e il presidente degli Stati Uniti James Buchanan, il cavo si guastò. Poi i lavori continuarono fino al 27 luglio del 1866 quando venne posato un cavo lungo 1852 miglia nautiche. Da quel momento Vecchio e Nuovo Continente si sarebbero potuti parlare. La stazione trasmetteva 3.000 messaggi al giorno a un costo medio di 5 dollari per parola e operò fino al 1965.
Chiaramente, poi, il mondo si è evoluto e con esso anche i mezzi di comunicazione che divennero sempre più sofisticati. Nonostante l’avvento della radio e dei satelliti però il cavo sottomarino è tutt’oggi ampiamente usato. Infatti, è proprio la rete dei cavi sottomarini, diffusa in tutto il mondo, che consente a Internet di funzionare. Si tratta di un aspetto trascurato nel dibattito in corso sulla continuità dei servizi pubblici e la tutela delle infrastrutture strategiche e in tempi di emergenza ha tuttavia un’importanza essenziale per la nostra vita quotidiana, il commercio e gli scambi finanziari oltre che per la sicurezza delle nostre comunicazioni. La rete dei cavi sottomarini costituisce la “colonna vertebrale” dell’internet globale, essenziale per il commercio e le comunicazioni internazionali. I cavi sottomarini rendono possibili comunicazioni istantanee, trasportando circa il 95% del traffico dati e voce che attraversa i confini internazionali e consentono lo svolgersi dell’economia globale mediante le transazioni finanziarie che si svolgono tramite questi cavi.
Insomma, senza i circa 750.000 chilometri di cavi che attraversano gli oceani, le nostre società interconnesse e guidate dal digitale non sarebbero in grado di funzionare.